Canosa di Puglia - Il culto universale dei Santi Medici - Iconografia e Venerazione dei santi Cosma e Damiano

Patroni di Alberobello
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titolo del sito del comitato feste patronali di Alberobello
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ICONOGRAFIA E VENERAZIONE DEI SANTI MEDICI COSMA E DAMIANO
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Canosa di Puglia

IL CULTO > Italia > Puglia > Prov. di Bari
Dagli scritti di Peppino Di Nunno, grande conoscitore del culto dei Santi medici, apprendiamo che il giorno della ferstività dedicata a questi santi, il 26 settembre, dal campanile della parrocchia della Beata vergine del carmelo di Canosa, si diffondono le note dell'inno popolare ai santi anargiri, contenuto nel disco di vinile, proveniente da Barletta.
E' il canto dei pellecrini, a volte scalzi, che camminano all'indietro con lo sguardo rivolto ai simulacri dei santi; il canto a diverse strofe popolari ripete il ritornello: "evviva santo Cosimo e Damiano / beato quel tesoro che avete il mano". Il "tesoro" nell'iconografia dei santi medici, come ci conferma don Evan dalla basilica omonima di Bitonto, è rappresentato dallo scrigno che conteneva gli unguenti e gli estratti con cui compivano guarigioni miracolose, senza pretendere denaro, da cui scaturisce l'appellativo Anàrgiri (dal greco anargirioi) "senza denaro".
Il canto evoca la religiosità popolare, che illuminata dalla fede cristiana, venera i santi Martiri dalla fine del III secolo della Siria, mentre oggi in Siria e in Mesopotamia, molti cristiani vengono perseguitati e uccisi dal crimine del terrorismo islamico, che tradisce la religione di fratellanza dell'Islam e l'amore di Dio di Abramo. Ma il culto ai santi anàrgiri Martiri, al tempo di Diocleziano, diffusosi in Puglia e nell'Italia Meridionale, affonda le sue radici cristiane nella Basilica dedicata ai Santi e eretta a canosa dal vescovo Sabino del VI secolo, viv venerabilis ecclesiarum (uomo venerabile restauratore di Chiese), che ha lasciato l'impronta del suo monogramma SAVINVS, nel noto mattone in terracotta.

Così come riporta uno scrittore Anonimo del IX secolo nella vita di San Sabino: in canusina civitate in honorem beatorum martyrum Cosmae et Damiani, basilicam extruxit eademque diversis columnis ac musivo decoravit (nella città di canosa edificò la basilica in onore dei Santi martiri Cosma e Damiano e adornò la stessa con colonne rivolte in direzioni opposte con mosaico). La basilica di riferimento si identifica nella basilica di San leucio, cui fu dedicata e rinominata in un secondo tempo. Infatti il doppio tetraconco dell'impianto basilicale, riporta un quadrato esterno, sorretto da murature, con quattro (in greco tetra) absidi ed un quadrato interno concentrico con quattro absidi, a forma di croce bizantina, delineato da colonne monolitiche poste nelle quattro direzioni: ad Est, ad Ovest, a Nord, a Sud. Nell'abside ad Ovest rivolta ad Est, ad oriente, alla Luce del Sole, era collocato il famoso mosaico del pavone, simbolo del Paradiso.

Le diversis columnis ed il pregevole mosaico (musivum) rendono gloria ai Santi medici e onore alla civitas canusina, di cui siamo eredi e custodi. Il culto dei santi martiri risplende in terra e in cielo, mentre ci affidiamo ai santi medici Cosma e Damiano, venerati oggi nella Parrocchia  del Carmine con la guida del parroco (mentre scriviamo) don peppino Balice.
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